giovedì 19 giugno 2014

Dagli altopiani dell'Anatolia al Kurdistan

Lasciamo quella che crediamo la "caotica" Kars per percorrere i 192 km che ci porteranno, continuando la traversata degli altopiani, verso Dogubayazit, città che permette di sollazzarsi alla vista del mitico Ararat.
In realtà l'Ararat lo avvistiamo molto prima, avvolto dalle nuvole....
La strada che percorriamo lo aggira in senso antiorario e quando ci stiamo avvicinando a Dogubayazit si apre uno  squarcio tra le nuvole che ci permette di avvistare la sua sommità, coperta da grandi nevai che danno l'idea di quanto sia alto e noi....che siamo notoriamente dei furbacchioni....non lo fotografiamo.
Arriviamo finalmente in città e non so se siete mai stati imprigionati nella centrifuga di una lavatrice industriale.....ma la sensazione, come in altri di questi centri abitati, è quella.....
Tutto si muove in un turbinio di auto che sfrecciano strombettando in continuazione, pedoni che attraversano di corsa, minibus che partono e si fermano a seconda dell'umore del conducente, carrettieri che spingono beatamente il loro carrettino aumentando il bordello, parcheggi inesistenti....il tutto condito da una densità di persone da togliere il fiato.
Purtroppo la nostra disabitudine ai rapporti umani intensi, ci mette a disagio in queste condizioni e quasi con vergogna ci fa scappare, aiutati da San Navigatore....
E' tanto lo scoramento....che decidiamo di rinunciare alla vista dell'Ararat, che nel frattempo è tornato nelle nuvole e continuiamo per un altro centinaio di km, in un paesaggio che cambia continuamente e positivamente.
Attraversiamo valli circondate da montagne coperte da boschi e percorse da fiumiciattoli che danno al paesaggio una grazia quasi inconsueta.
Abbastanza velocemente arriviamo a Van, cittadina già di una certa dimensione, situata sulle sponde dell'omonimo e gigantesco lago.
Anche qui il centro ci respinge, sospingendoci in un alberghetto di periferia, economico, confortevole e pulito.
Una giornata massacrante!
Questa mattina la prima sorpresa è l'ottima colazione, che non ci saremmo certo aspettati in quest'albergo....
Dopo esserci rifocillati a dovere partiamo, costeggiando il lago, e le sue sponde ci fanno rendere conto di quanto l'uomo sia stupido e autolesionista!
Decine di km di costa sono stati regimati da una gigantesca muraglia di sassi, rendendo un lago una specie di cava.
Percorso questo "scempio" la strada, per fortuna del lago, si allontana da esso e noi ci rendiamo immediatamente conto che esiste la possibilità di scoprire la vera natura di questo invaso, imboccando una stradina laterale che passa attraverso degli insediamenti rurali nei quali possiamo vedere modalità di lavoro e di vita che nel nostro paese sono totalmente inusitate.
Curioso è l'uso che fanno dello sterco degli animali, considerato la vera fonte energetica.
Infatti...lasciato sedimentare, essiccato e tagliato in mattoncini, viene ammucchiato all'esterno delle case per essere utilizzato nei periodi freddi.
Anche i metodi di coltivazione sono veramente arcaici: tutto è affidato alle mani e poco più....
Lo stesso fieno viene arrotolato manualmente da due persone che agiscono tirandolo verso di sè e formando una specie di involtino lungo poco più di un metro, che poi viene ammucchiato insieme agli altri formando delle sorte di covoni.
Arrivati alla fine della strada ci attende uno spettacolo che, per quanto pressato da tutti i suoi lati, conserva un grande fascino....
Infatti ai nostri occhi si presentano lagune, specchi d'acqua bassa e canneti estesi nei quali avvistiamo numerosi uccelli limicoli, anatre, cicogne e tantissimi gabbiani.
Allo stesso tempo, dove l'acqua lo permette, i giovani dei villaggi governano le loro  "greggi" di anatre e oche.
Un mondo che non ci si sarebbe aspettati di vedere.....!!!
Rimaniamo ad ammirare deliziati questo armonico quadro ed infine, a malincuore, torniamo sulla strada che ci porterà a Tatvan.
Di nuovo la strada si allontana di molto dal lago e, aggirando un gruppo montuoso, ci rideposita nei pressi dello specchio d'acqua a Tatvan, una cittadina che ha ritmi più rilassati e offre un lungolago che, pur rivelando ancora la mano pesante dell'uomo, regala degli angoli di tranquillità.
In questa realtà, per noi nuova, scopriamo che le persone rivelano una grande umanità e simpatia e non perdono l'occasione di salutarci, chiederci la nostra provenienza e, quando è possibile, darci la mano, in modo sempre molto garbato e mai assillante.
Come nei giorni precedenti ci meravigliamo della varietà e prelibatezza della cucina turca, che pur usando prevalentemente carne, offre piatti variegati e gustosi, oltre che molto economci.
Siamo ora in un bell'albergo, che con poco più di 50 € ci regala comfort e lussi che da noi costerebbero almeno quattro volte tanto!

Gli altopiani






I miracoli dell'acqua

Scherzo geologico

L'Ararat si nasconde






Che meraviglia quando la natura vien lasciata alle sue regole....







Processo di essicazione dello sterco animale

Riserve pronte per l'inverno

Il variopinto gruccione


  

Super-soffione

La disciplina è una cosa seria....!!!!

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