lunedì 7 luglio 2014

Rose & Red Valley



Dopo aver trascorso un'intera giornata ad ammirare i manufatti umani della Cappadocia più nota al turismo....programmiamo per il giorno dopo di inoltrarci nelle altrettanto famose, ma meno esplorate e meno pervase dal turismo, Rose e Red Valley.
Cercando di difenderci dal caldo torrido....partiamo abbastanza di buon'ora,,,,scoprendo poi che il percorso si snoda sulle stradine di servizio dei piccoli e numerosi appezzamenti di vigna presenti in queste valli.
Le molte gallerie, crediamo scavate nel passato, che caratterizzano questo percorso, rendono più fresco del previsto l'itinerario e, nonostante l'aridità che contraddistingue questo paesaggio, scopriamo che al di sotto di qualche metro del livello normale dei campi l'acqua, anche se in piccole quantità, continua a scorrere.
Questa scoperta ci meraviglia positivamente.
Arrivati alla testa della Rose Valley....vediamo in lontananza delle frecce che indicano un passaggio, che sembra obbligato, per accedere alla Red Valley.
Ci avviamo su un tratto verticale di pochi metri, facilitato da dei buchi scavati, ma questa roccia friabile non rende sicuramente facile la vita e sbucati sul colletto ci troviamo davanti un canalino di una decina di metri, molto ripido e dall'aspetto pericoloso.
Crediamo di individuare in questo il passaggio e dopo un paio di tentativi volti a superarlo, scopriamo che la discesa è troppo pericolosa.
Precedentemente avevamo avvistato delle altre tracce che sembravano aggirare questo problema e le seguiamo.....ma dopo un lungo giro, e vari tentativi in altri possibili attraversamenti, ci rendiamo conto che l'unico passaggio è quello tentato prima.... per cui.....torniamo sui nostri passi.....ripercorriamo il passaggino verticale e dopo un'attenta ricerca troviamo sulla sinistra, salendo, una crestina che una volta superata ci permette di trovare la non facile via d'uscita.
Al termine di questo "calvario" ci aspetta la visione di una delle tante bellissime chiese ottomane scavate nella roccia.
Durante tutta la camminata si è sempre al cospetto di miriadi di torri e pinnacoli di tutte le altezze i cui colori sfumano dall'ocra al rosa.
I superlativi non bastano a rendere giustizia alla magia di questo paesaggio.
La passeggiata, nonostante i numerosi turisti presenti nei centri abitati è stata da noi compiuta in perfetta solitudine e ciò ha contribuito ad aumentare il fascino di questo percorso.

Torniamo a Cavusin per il pranzo e poi, quasi per caso, incappiamo nella Valle di Pasabagi, conosciuta anche come Valle dei Monaci, dove si trovano i "camini delle fate" più belli, scenografici e spettacolari della Cappadocia.....coni di tufo sormontati da massi di granito.
Mentre siamo fermi al parcheggio alla ricerca di un po' di ombra....ci avvicina un simpatico Turco che parla italiano e che, dopo averci raccontato qualcosa di sè....ci suggerisce di andare a visitare la fabbrica di tappeti di Avanos, che proprio oggi è aperta al pubblico.
Avanos è poco distante....ci andiamo e....una volta entrati nella fabbrica, veniamo guidati lungo un percorso che ci porta a vedere le varie fasi della produzione di un tappeto.
Terminata la visita ci lasciamo convincere ad acquistare un piccolo manufatto il cui prezzo è forse superiore al suo valore, ma che ci piace, anche se ci rendiamo conto, forse un po' in ritardo, di essere stati abbindolati....
Torniamo a Pasabagi e, a piedi, ci infiliamo nel labirinto creato da queste particolari formazioni rocciose.....con lo sguardo sempre rivolto all'insù.....ammirando lo spettacolo intorno a noi, che non può che lasciarci a bocca aperta!
Quando il caldo diventa insopportabile torniamo in albergo, dove ci fermiamo fino all'ora di cena.
Trascorriamo la serata a Goreme, respirando la magia di questo incredibile e affascinante luogo che domani abbandoneremo, ma che non dimenticheremo tanto presto....


Le sofferte piccole vigne nella Rose Valley

Una delle numerose gallerie



                                                   
I colori essenziali










Paesaggi verticali




Il grande timoniere indica la via

Il canalino da non percorrere se non si vuole essere "carteggiati"



















Di fronte all'arte....giù il cappello!




Ragazze intente a confezionare tappeti
Nella valle di Pasabagi















sabato 5 luglio 2014

Cappadocia

Di buon ora lasciamo Guzelyurt per raggiungere la Cappadocia, dalla quale ci separano poco meno di un centinaio di km.
Dopo una breve tappa a Nevsehir, dove Mauro approfitta per farsi "barba e capelli" arriviamo a Uchisar che, con il suo caratteristico Castello, un affioramento di tufo disseminato di numerose cavità, visibile già a km di distanza, costituisce uno dei luoghi più affascinanti della Cappadocia.
Nonostante il sole a picco, decidiamo di salire fin sulla cima, da dove ci godiamo il bel panorama sulle valli sottostanti, disseminate dalle caratteristiche formazioni rocciose che prendono il nome di "camini delle fate".
Pochi km separano Uchisar da Goreme, dove abbiamo deciso di trascorrere i due giorni successivi.
Fatichiamo un po' a trovare l'albergo prenotato, che si trova nella parte più alta del villaggio ed è raggiungibile percorrendo i suoi stretti e ripidi vicoli, ma alla fine veniamo ripagati dalla bellezza di questa struttura, disposta su più livelli e con le camere ricavate nella roccia.
Trascorriamo parte del pomeriggio a goderci il fresco della nostra camera e poi ci rechiamo verso Cavusin, per capire da dove partire l'indomani mattina alla scoperta della Rose e della Red Valley.
Cavusin è un tranquillo villaggio immerso tra i vigneti, sovrastato da una rupe che un tempo ospitava una città. 
Facciamo quattro passi e, per non farci "spennare" dai ristoratori di Goreme, decidiamo di cenare in una trattoria del posto....piuttosto rustica, ma tutto sommato abbastanza economica.
Le luci del tramonto accendono i colori delle rocce e ci regalano delle bellissime immagini di questo luogo già di per sè speciale.....


Il Castello di Uchisar



L'interno del Castello



Il nostro albergo

La rupe che sovrasta Cavusin



Le luci del tramonto infiammano le rocce....













domenica 29 giugno 2014

La valle di Ihlara

Dopo aver snobbato il nostro “bianco sanitario” per tutta la notte, grazie a San Bimixin, nostro nuovo nume tutelare, e dopo aver fruito dell'ottima colazione del nostro albergo, ci dirigiamo verso la Valle di Ihlara, sito archeologico/naturalistico di grande interesse, protetto e soggetto a una tariffa d'ingresso
Essendo l'entrata posta sul bordo di un profondo canyon, la visione dall'alto già ci offre l'antipasto di ciò che andremo a visitare....
Una lunga scalinata di quasi 400 gradini ci porta sul fondo del canyon, dove alte pareti di rossa arenaria caratterizzano questo grande e scenografico ambiente.
Da qui inizia una lunga passeggiata di fianco al torrente che scorre sul fondo della valle, che vede la presenza di molte Chiese, anch'esse di origine ottomana, scavate nelle pareti che lo fiancheggiano.
La suggestione di questi siti, totalmente affrescati nel passato, viene purtroppo anche qui rovinata dall'idiozia umana.
Infatti gran parte degli stessi risulta coperta da graffiti tracciati da stupidelli in amore o da malintenzionati....forse di avversa religione.
Di fatto la magia di queste opere d'arte viene compromessa, pur mantenendo il suo grande fascino, dovuto anche ai luoghi poco accessibili in cui sono collocate queste Chiese, ora raggiunte da lunghe gradinate in legno.
A completare la magia di questo canyon, che si snoda per 13 km, è la suggestione data dalle alte falesie di arenaria, dalle linee di frattura che tanto ricordano le nette spaccature dei graniti, nonostante questa roccia sia infinitamente più morbida e friabile del durissimo granito, ma su di essa decine e decine di perfette fessure rettilinee dagli sviluppi notevoli e diedri di angolazione decisa non possono che ricordare le perfette geometrie insite nel nostro immaginario e relative a questa dura pietra e non possono che suscitare in noi una profonda nostalgia.
Dopo aver percorso in andata e ritorno parte dell'itinerario, affrontiamo la lunga scalinata, resa ancor più ostica dall'ora pomeridiana, che ci riporterà al punto di partenza.
Durante questa bellissima escursione riceviamo anche un insegnamento: chiedere sempre il prezzo prima di acquistare qualcosa!
Infatti in questa zona molto turistica della Turchia, sembra che lo sport più praticato sia il “tiro al turista” per cui, come unica contromisura conviene sempre informarsi sui costi di ogni cosa e al limite o trattare o non acquistare.....visto che un gelato l'abbiamo pagato il triplo che altrove e un pasto almeno il doppio e che, solo dopo trattativa è stato un po' ritoccato.

Hasan Dagi, seconda montagna della Cappadocia m.3250

La grande gorge di Ihlara vista dall'alto



Deliziosi affreschi all'interno delle chiese rupestri



Le muraglie di arenaria





Il corso d'acqua che ha tracciato la valle

Scala d'accesso alla Chiesa di San Giorgio

Le celle dei monaci

Il bellissimo interno deturpato

e l'altro splendido affresco sul soffitto



Cavallone marino
Fantasia della natura