domenica 29 giugno 2014

La valle di Ihlara

Dopo aver snobbato il nostro “bianco sanitario” per tutta la notte, grazie a San Bimixin, nostro nuovo nume tutelare, e dopo aver fruito dell'ottima colazione del nostro albergo, ci dirigiamo verso la Valle di Ihlara, sito archeologico/naturalistico di grande interesse, protetto e soggetto a una tariffa d'ingresso
Essendo l'entrata posta sul bordo di un profondo canyon, la visione dall'alto già ci offre l'antipasto di ciò che andremo a visitare....
Una lunga scalinata di quasi 400 gradini ci porta sul fondo del canyon, dove alte pareti di rossa arenaria caratterizzano questo grande e scenografico ambiente.
Da qui inizia una lunga passeggiata di fianco al torrente che scorre sul fondo della valle, che vede la presenza di molte Chiese, anch'esse di origine ottomana, scavate nelle pareti che lo fiancheggiano.
La suggestione di questi siti, totalmente affrescati nel passato, viene purtroppo anche qui rovinata dall'idiozia umana.
Infatti gran parte degli stessi risulta coperta da graffiti tracciati da stupidelli in amore o da malintenzionati....forse di avversa religione.
Di fatto la magia di queste opere d'arte viene compromessa, pur mantenendo il suo grande fascino, dovuto anche ai luoghi poco accessibili in cui sono collocate queste Chiese, ora raggiunte da lunghe gradinate in legno.
A completare la magia di questo canyon, che si snoda per 13 km, è la suggestione data dalle alte falesie di arenaria, dalle linee di frattura che tanto ricordano le nette spaccature dei graniti, nonostante questa roccia sia infinitamente più morbida e friabile del durissimo granito, ma su di essa decine e decine di perfette fessure rettilinee dagli sviluppi notevoli e diedri di angolazione decisa non possono che ricordare le perfette geometrie insite nel nostro immaginario e relative a questa dura pietra e non possono che suscitare in noi una profonda nostalgia.
Dopo aver percorso in andata e ritorno parte dell'itinerario, affrontiamo la lunga scalinata, resa ancor più ostica dall'ora pomeridiana, che ci riporterà al punto di partenza.
Durante questa bellissima escursione riceviamo anche un insegnamento: chiedere sempre il prezzo prima di acquistare qualcosa!
Infatti in questa zona molto turistica della Turchia, sembra che lo sport più praticato sia il “tiro al turista” per cui, come unica contromisura conviene sempre informarsi sui costi di ogni cosa e al limite o trattare o non acquistare.....visto che un gelato l'abbiamo pagato il triplo che altrove e un pasto almeno il doppio e che, solo dopo trattativa è stato un po' ritoccato.

Hasan Dagi, seconda montagna della Cappadocia m.3250

La grande gorge di Ihlara vista dall'alto



Deliziosi affreschi all'interno delle chiese rupestri



Le muraglie di arenaria





Il corso d'acqua che ha tracciato la valle

Scala d'accesso alla Chiesa di San Giorgio

Le celle dei monaci

Il bellissimo interno deturpato

e l'altro splendido affresco sul soffitto



Cavallone marino
Fantasia della natura







Non sempre tutto va per il verso giusto....

Dopo una notte passata sul “water”.....il mattino già si presenta male e....dopo che il nostro simpatico host ci presenta il conto.....peggiora.
Avendoci fatto fare due cene da “quaresima” ci fa pure pagare l'acqua che abbiam bevuto e ci chiede quasi 20 € per una bottiglia di vino.
Gli auguriamo di essere lui a trascorrere la prossima notte sul water e ce ne andiamo in malo modo, alla ricerca delle Paludi del Sultano, per scoprire poi....che per visitarle....bisogna pagare una cifra considerevole.
Rinunciamo e ci aggiriamo nei dintorni, sperando di poter avvistare qualche angolo palustre suggestivo, ma le uniche cose che vediamo sono le devastazione compiute dall'uomo per bonificare gran parte della zona.
Ci avviamo allora verso la nostra nuova meta, attraversando paesaggi costellati da case scavate nell'arenaria, che praticamente occupano quasi tutte le falesie visibili.
Arrivati a Guzelyurt, nostra meta di quest'oggi, un breve giro a piedi ci permette di scoprire, nella parte retrostante il paese, un interessantissimo complesso di architettura rupestre, non ingrandissimo “spolvero”, ma comunque di grande suggestione.
Tutta questa zona è cosparsa dalle vestigia della cultura di una comunità greco-ottomana, i cui membri in seguito furono trasferiti in Grecia per uno scambio di popolazioni (avvenimento per noi di difficile comprensione, ma effettivamente accaduto) avvenuto negli anni '20 del secolo scorso.
Giornata non molto positiva, che si conclude però degnamente in questo grazioso villaggio, grazie anche all'ottima cena offerta dal nostro nuovo host (avevamo tanta famona arretrata).






Anteprima di Cappadocia






Resti storici ai piedi di Guzelyurt



Porcino anatolico




Salita all'Emlet Dagi m.3725

Siamo arrivati ieri sera in questo imponente gruppo di montagne calcaree chiamato Ala Daglar.
Il gestore della locanda che ci ospita ci informa sulle possibilità escursionistiche della zona e, vista la voglia di portarci a casa almeno una cima importante, optiamo per l'Emlet Dagi,.
Per tentare di raggiungere la cima è d'obbligo farsi accompagnare per alcuni km da un fuoristrada fino all'inizio del canyon da cui parte il sentiero.
Alla guida c'è il nostro host Hassan che conduce la sua vecchia Lada su poco più che un sentiero....come se fosse una Ferrari in autostrada.
Corriamo più rischi durante l'andata e ritorno in jeep che in tutta la salita.
'sti Turchi....sono un po' dei fuori di testa alla guida....
Tornando a noi....la salita inizia con una discesa, perchè da un dossetto bisogna scendere a imboccare un gigantesco canyon/canale che da subito, essendo ripido, ci permette di guadagnare quota velocemente..
Dopo qualche centinaio di metri di dislivello l'ambiente si apre e ci si trova in una valle contornata da pareti di un calcare perfetto, su cui non sappiamo se siano state tracciate vie, ma sicuramente promettono delizie.
Molto probabilmente alcune superano i 700 metri.
Sempre contornati da questo ambiente stupefacente arriviamo a un piccolo pianetto in cui c'è una tenda con un gruppo di appassionati di montagna turchi.
Da qui alla cima mancano 500 metri di dislivello e loro ci invitano a seguirli, togliendoci qualsiasi dubbio sull'orientamento.
Giunti in vetta ci congratuliamo a vicenda e ci scambiamo gli scatti di rito.
Inutile dire che dalla vetta il panorama è stupefacente: nei dintorni alcune cime svettano sopra i 3500 metri e una sola, seppur di poco, supera la quota dell' Emlet, il Demirkazik, con i suoi 3900 metri o poco più, che però presenta versanti molto ripidi, che promettono battaglia.
La bellissima conca dei sette laghi, sotto di noi, sul lato orientale, completa questo spettacolare paesaggio. 
Ci fermiamo per una mezz'oretta sulla vetta, in balia delle emozioni che credo provino tutti quelli che raggiungono la cima di una montagna, chiacchierando amabilmente con gli amici Turchi che ci hanno preceduto e che si sforzano di insegnarci la loro lingua,
Duro compito!
Iniziamo poi la discesa, che nel primo tratto richiede qualche attenzione, per proseguire poi su terreno meno difficile, composto dalle solite ghiaie degli ambienti calcarei che tanto disturbano in salita....quanto aiutano in discesa.
Arrivati allo sbocco del canale chiamiamo Hassan, che troviamo poi al punto d'incontro convenuto.
Come abbiamo già detto prima, la discesa ci riserva brividi, che credo mi costringeranno a rifare il colore dei miei capelli....



Lungo il canyon iniziale

I panorami si aprono...

Quasi in vetta

Eccoci!

Foto di gruppo con-dito

La conca dei sette laghi



Le notevoli bastionate di calcare







Vita da muli!

giovedì 26 giugno 2014

Verso l'Ala Daglar

Prima di partire da Kahramanmaras decidiamo di fare un giro in città e, quasi per caso, arriviamo nel suk...dove abbiamo ancora modo di meravigliarci dell'esempio di vita arcaica che sanno offrire questi "ipermercati" ruspanti, sempre affollati e pieni di cose interessanti e che sanno offrire spaccati di vita per noi inusuali.
Ci dirigiamo poi verso Adana e lungo la strada incontriamo le vestigia di un importante castello/fortezza, posto sulla cima di una montagnola al centro della valle, dalla quale si può spaziare su tutta la piana circostante.....motivo per il quale sarà stato sicuramente scelto questo posto.
Dopo una breve visita nei dintorni del castello torniamo sulla strada di fondovalle e raggiungiamo Adana, una grossa città di più di un milione e mezzo di abitanti, totalmente immersa nella modernità, con un traffico frenetico, nel quale l'attraversamento delle strade è una specie di avventura all'Indiana Jones.
Qui ha sede una delle più grandi Moschee del mondo islamico, che scopriamo totalmente finanziata da un ricco fervente musulmano, che molto probabilmente non aveva problemi di soldi, vista l'imponenza della costruzione.
Trascorriamo la serata visitando la città vecchia, che ospita anche un bellissimo ponte di origini romane e poi "a nanna".
L'indomani mattina ci avviamo alla volta dei monti dell'Ala Daglar, attraversando un paesaggio che, piano piano, diventa sempre più montuoso, imbrigliati lungo la strada, in una biblica migrazione di mietitrebbia e mezzi agricoli che, a meno che che non fossero i residui delle manifestazioni per le "quote latte" partiti dalla Lombardia alcuni anni fa e forse diretti alla Mecca......non abbiam capito dove fossero diretti.
Nell'avvicinarci a queste maestose montagne troviamo il paesaggio interamente occupato da ricche coltivazioni di frutta: ciliegie, mele, albicocche....a non finire....sovrastate da immense bastionate rocciose.
Nel pomeriggio, giunti a destinazione, essendo a conoscenza di un'importante zona di arrampicata nei dintorni, ci facciamo spiegare dove si trova e ci facciamo un giretto....dando fondo alla nostalgia.
La maggior concentrazione di pareti, su cui sono state tracciate numerose vie di varia difficoltà e lunghezza, dai monotiri alle vie classiche di più lunghezze, si trovano all'interno di un canyon chiamato  Cimbar Vadisi, che percorriamo per alcune centinaia di metri, ammirando lo spettacolo delle imponenti pareti che si innalzano da ogni lato a chiuder l'orizzonte.
Concludiamo la serata in compagnia di Hassan, il colto e simpatico gestore della locanda in cui pernottiamo, che ci rende edotti sulla presenza, nella zona, di numerose specie di uccelli, altro motivo di richiamo per gli amanti del birdwatching.
Domani per i Musulmani inizia il Ramadan....




Botteghe artigiane all'interno del suk di Kahramanmaras





Il Castello nei pressi di Adana

La grande Moschea di Adana

Verso l'Ala Daglar







Lo spettacolare canyon di Cimbar Vadisi





Luci serali sull'Ala Daglar