lunedì 30 agosto 2010

Traversata "Il Fuorn - Sur En"

22 AGOSTO 2010

Faccio giusto in tempo a riprendermi dalle 9 ore di fuso dopo il ritorno dagli Stati Uniti, che già sono pronta a ricominciare ad andar per montagne. Non ho ancora ricontattato gli amici, ma venerdì mattina, puntuale, arriva una telefonata di Aldo che mi chiede se ho voglia di ripartire l'indomani mattina per un trekking di due giorni in Engadina.
Mauro, il mio compagno, decide di andare ad arrampicare in Val di Mello e allora accetto l'invito.
Questa volta siamo in 8 e approfittiamo di una delle poche finestre di bel tempo che si sono aperte in questa estate così imprevedibile (così almeno mi è stato detto!) L'idea era quella di star via tre giorni, ma il brutto tempo è ancora in agguato, così Aldo ha concentrato tutto il trekking in due giorni. La nostra meta è la Bassa Engadina!
Arriviamo a Zernez sabato mattina intorno alle 9:00 e subito prendiamo il Postale che ci porta a Stabelchod, dove inizia il sentiero che seguiremo fino a S-Charl.
Il cielo è azzurro e sgombro di nubi e il sole è caldo.


 Entriamo nel bosco percorrendo un tratto in falsopiano e dopo 15 minuti iniziamo la salita verso la forcella di Margunet, che raggiungiamo in una quarantina di minuti e da dove possiamo ammirare le alte montagne che circondano la Val dal Botsch. 


 









 

Davanti a noi, sul versante opposto è ben visibile il sentiero che dobbiamo percorrere, che sale zigzagando sul crinale della montagna. Dopo 2 ore di cammino arriviamo alla Fourcla Val dal Bosch dove effettuiamo la sosta pranzo. 





 








Scendiamo poi sull'altro versante lungo un interminabile pendio detritico che mette a dura prova le nostre ginocchia e poi un sentiero a mezzacosta ci permette di raggiungere Sur il Foss dove, dopo una seconda breve sosta, iniziamo la dolce discesa verso Plan Mingèr. 



Purtroppo arriviamo poco dopo le 17:00, l'autobus è appena partito e noi dobbiamo percorrere a piedi un tratto di strada asfaltata di 3 km., aggiungendo altri 160 m. di dislivello ai 980 già percorsi. Peccato!



Arriviamo all'albergo-rifugio Crusch Alba che sono già le 18:00, giusto il tempo per una doccia ristoratrice e siamo seduti a tavola in una saletta del ristorante riservata solo a noi. Prevenuti nei confronti degli Svizzeri (sarà perchè siamo i soliti Italiani caciaroni?) dobbiamo però ricrederci, perchè il trattamento che riceviamo è impeccabile e la cena ottima e abbondante.


Dopo una nottata tranquilla grazie ai provvidenziali tappi per le orecchie, visti i "russamenti" (e qui nessuno si senta escluso!) siamo pronti a ripartire il mattino seguente per la seconda tappa del nostro trekking. Sono le 8:00 quando imbocchiamo il sentiero che in leggera pendenza ci porta fino all'Alp Sesvenna e poi alla base di un canale di sassi instabili e ghiaia che sale ripidamente e che percorriamo stoicamente fino a raggiungere, dopo circa 3 ore, il valico di Fora da l'Agua, oltrepassato il quale perveniamo all'incantevole Lajet da Lischana, di un azzurro incredibile, incastonato in un circolo glaciale detritico, che ricorda un paesaggio lunare. 



Ci aspettano altri 100 m. di dislivello in salita e raggiungiamo quota 2.954, il punto più alto del nostro percorso, dove ci fermiamo a consumare quel che rimane dei nostri viveri. In lontananza riusciamo a vedere la Palla Bianca e, seguendo altri orizzonti, riconosciamo anche l'Ortles. Giusto mezz'ora di tempo e poi iniziamo la lunga discesa verso valle, con brevi tratti ripidi che si alternano a tratti pianeggianti o quasi. Costeggiando alcuni laghetti raggiungiamo un'ampia e verdeggiante vallata (Alp Sursaas) e in lontananza intravediamo il sentiero, percorso da numerosi bikers, che porta al Rifugio Sesvenna e che anche noi dobbiamo seguire, per fortuna in discesa. 



Raggiungiamo il sentiero proprio nel punto in cui la valle si stringe insinuandosi tra alte pareti rocciose che la sovrastano e ci rendiamo conto di essere arrivati alla Gola d'Uina. Questo tratto del percorso è scavato completamente nella roccia e la vista sul baratro è spettacolare. Non possiamo fare a meno di fermarci continuamente a guardare il tratto di strada che abbiamo davanti e dietro di noi, il torrente sottostante e a scattare una foto dopo l'altra. 



 








Usciti dalla Gola il sentiero migliora e scende dolcemente e lungamente verso Sur En, il villaggio di fondovalle che raggiungiamo quando sono ormai le 17:30 dopo 8 ore di cammino (soste escluse, naturalmente). Riusciamo a prender il bus delle 18:00, che in 25 minuti ci porta alla stazione di Scuol, dove saliamo sul trenino che ci riconduce a Zernez.
Una meritata bevuta al bar ci fa dimenticare la stanchezza e ci dà una nuova carica di energia per affrontare il lungo viaggio di ritorno verso casa.
Mentre sono seduta in auto, tra una chiacchiera e l'altra, non posso fare a meno di pensare che bisogna proprio avere una grande passione per la montagna per arrivare ad essere così stanchi senza mai lamentarsi e sono contenta di poter condividere tutto ciò con degli amici.
Un grazie particolare ad Aldo, che costantemente e puntualmente si impegna per organizzare le nostre uscite, ma anche a tutti gli altri,che partecipano sempre con entusiasmo.

IL PERCORSO IN SINTESI:
1o giorno: dalla strada del Pass dal Fuorn 1886 m, a S-Charl 1810 m
                   tempo 6h 30’ – dislivello +1150 / -1230

                   sviluppo:    Fermata bus Stabelchod m 1886
                                     Stabelchod m 1958
                                     Margunet m 2328
                                     Val dal Botsch m 2176
                                     Fourcla Val dal Botsch m 2677
                                     Sur il Foss m 2317
                                     Plan Mingèr m 1654
                                     S-Charl m 1810

2o giorno: da S-Charl 1810 m, a Sur En 1121 m
                   
tempo 8h – dislivello +1150 / -1830

                   sviluppo:     S-Charl m 1810
                                      Alp Sesvenna m 2098
                                      Fora dal’Aua m 2860
                                      Lajet da Lischana m 2856
                                      Fuorcla da Rims m 2954
                                      Lais da Rims m 2687
                                      Alp Sursaas m 2155
                                      Gola d’Uina
                                      Uina Dadaint m 1783
                                      Uina Dadora m 1499
                                      Sur En m 1121

Con me hanno camminato: Graziella, Marica, Franca, Laura, Aldo, Daniele, Franco.

venerdì 20 agosto 2010

SAN FRANCISCO 3

Ormai non ci legge più nessuno, la nostra vacanza è finita e siamo tornate a casa.......
Mi sembra però doveroso fare la cronaca del nostro ultimo giorno, giusto per completare il nostro diario, che abbiamo sempre tenuto aggiornato quotidianamente.
Ecco a voi!

14 AGOSTO 2010

Ultimo giorno a San Francisco e ultimo giorno della nostra vacanza!
Decidiamo di visitare Haight Ashbury, il quartiere leggendario della Summer of Love, dove certe abitudini sembrano rimaste immutate.
Qui vivono ancora numerosi hippies, e anche diversi homeless, che vivono e dormono lungo la strada.















Arriviamo troppo presto, i negozi sono chiusi e il quartiere sembra ancora addormentato, così ci limitiamo a percorrere la via principale, fino al Golden Gate Park, dove prendiamo l'autobus che ci porta fino al Golden Gate Bridge.




Dopo aver scattato qualche foto decidiamo di percorrerlo, a piedi naturalmente, fino in fondo (6 km andata e ritorno).







Mentre siamo sul ponte la nebbia si dirada, il sole fa capolino tra le nuvole e in lontananza riusciamo a vedere la "downtown" di San Francisco, con i suoi grattacieli, il Bay Bridge e Alcatraz.



Ritorniamo quindi nella zona di Union Square dove facciamo una capatina da Macy's. Una commessa di origine italiana di 76 anni (ma quando vanno in pensione qui?) riconosce la nostra lingua e attacca bottone con noi. Scopriamo quindi che anche qua, come in Italia, il clima sta facendo un po' i capricci e il freddo di questi giorni è abbastanza anomalo.
Trascorriamo la serata spendendo gli ultimi dollari in un ristorante dove, per concludere la vacanza, decidiamo di mangiare "all'americana" con una sostanziosa steak.
Anche San Francisco, come New York, ci è piaciuta.
E' una città aperta, stravagante, eccentrica e disinibita, dove la realtà a volte sembra mescolarsi con la fantasia. Girare per le sue strade è come ritrovarsi in posti già conosciuti, grazie anche alla full immersion di film e telefilm a cui ci hanno sempre sottoposto.
I suoi abitanti, come del resto tutti gli Americani, sono stati per noi una piacevole scoperta: comunicativi, disponibili, anticonformisti e corretti. Pur sapendo che ci sono altri aspetti di questa società che lasciano molto a desiderare, ce ne andiamo soddisfatte per l'accoglienza ricevuta, le esperienze vissute e le sensazioni provate.
Bye bye America!

domenica 15 agosto 2010

SAN FRANCISCO 2

14 AGOSTO 2010

Questa mattina decidiamo di prendere il Cable Car per arrivare a Fisherman Wharf, dove c'è il famoso Pier 39, un vecchio molo ristrutturato e diventato una delle attrazioni turistiche più famose di San Francisco. Purtroppo però il "tram"  quando arriviamo al capolinea non funziona e noi turisti veniamo invitati a prendere un mezzo di trasporto alternativo. Decidiamo allora di raggiungere a piedi la nostra meta, effettuando delle soste lungo il percorso.


Raggiungiamo così Chinatown e girovaghiamo per le sue strade scoprendo così questo quartiere animato e colorato che sembra un angolo di Cina arrivato fin qua non si sa come.




Procedendo poi verso nord arriviamo a North Beach, il quartiere italiano che un po' ci delude perche ridotto ad una fila di ristoranti e bar che di italiano hanno solo il nome.


Una ripida salita ci permette di raggiungere "The crookedest Street", la strada più ripida del mondo, caratterizzata da una serie di tornanti creati appositamente per ridurre la pendenza e rendere più agevole la discesa delle auto.
Anche questa è diventata ormai un'attrazione turistica.


 
In un continuo saliscendi (avete presente Starsky e Hutch nel telefilm "Sulle strade di San Francisco?) arriviamo quindi fino al mare, al Pier 39, dove vive stabilmente una colonia di leoni marini che ammassati l'uno sull'altro si crogiolano al sole, quasi in posa per essere fotografati.



 









 


Qui sono in funzione numerosi tram provenienti da tutto il mondo e scopriamo che anche Milano ha contribuito ad arricchire la linea dei trasporti con uno dei suoi tram.







 
Per tornare in albergo riusciamo a prendere finalmente il cable car dal capolinea e quindi assistiamo anche al suo cambio di direzione, che avviene a mano su una piattaforma di legno girevole.





Il tram procede velocemente, suscitando le grida dei passeggeri quando si butta a capofitto giù per le ripide discese.
E finisce così la nostra prima giornata a San Francisco!

sabato 14 agosto 2010

SAN FRANCISCO

13 AGOSTO 2010
San Francisco ci aspetta, quindi partiamo in fretta da Merced perchè dobbiamo riconsegnare l'auto entro mezzogiorno all'aeroporto. Man mano che ci avviciniamo alla città il traffico diventa sempre più intenso e io devo stare attenta ad imboccare le strade giuste per non perderci nel reticolo di strade e autostrade che diventa sempre più fitto via via che ci inoltriamo in zone ad alta densità abitativa.
Quando ormai siamo vicine alla baia veniamo avvolte da una fitta coltre di nebbia che ci impedisce di vedere il sole sopra di noi e, seza quasi renderci conto, ci troviamo sul San Mateo Bridge, il lungo ponte che ci permette di raggiungere la penisola su cui è adagiata, tra le colline, la "mitica" San Francisco.
Raggiungiamo velocemente l'aeroporto, dove riconsegnamo l'auto senza problemi, e poi prendiamo un taxi per raggiungere il centro, e più precisamente Powell Street, vicinissima ad Union Square, il centro vitale della città dove si trova il nostro albergo che, come tutte le precedenti sistemazioni, non ci delude: siamo proprio sulla via dove passa il Cable car, il pittoresco tram che è diventato uno dei simboli della città, e dalle nostre camere, situate all'ottavo e al decimo piano, possiamo godere di una bella vista.






Subito facciamo un giro per le vie del centro rabbrividendo per il freddo, e per riscaldarci un po' entriamo ed usciamo dai negozi dove ci scappa anche qualche acquisto.







Nel tardo pomeriggio la nebbia comincia ad avvolgere nuovamente la città e gli edifici più alti sono visibili solo parzialmente dando un aspetto inconsistente a tutto ciò che sta intorno a noi.
Che strano! Abbiamo iniziato questo viaggio lamentandoci del caldo e ora invece siamo qui a lamentarci per il freddo.....

venerdì 13 agosto 2010

YOSEMITE 2

12 AGOSTO 2010

L'unica che ha sentito gli orsi questa notte è stata Giusi, che si è alzata alle 2:00 per andare in bagno, con Graziella che faceva la sentinella sulla porta della tenda, posizionata per nostra fortuna proprio di fianco alle "restroom".
Il rumore, a suo dire, era quello di qualcuno che rovistava nei cassonetti di metallo, probabilmente per procurarsi del cibo.
Che gli orsi siano venuti a farci visita ne abbiamo avuto la conferma quando, il mattino, vicino alle nostre tende notiamo dei segni di trambusto: sedie capovolte, asciugamani buttati per terra.....
Comunque, al di là del "russare" di qualcuno, abbiamo dormito proprio bene, anche meglio di altre notti in cui eravamo sistemate più comodamente, forse perchè il posto è così tranquillo, silenzioso e rilassante.....
Come ormai d'abitudine, ci muoviamo presto per evitare il traffico, sempre presente, nelle ore di maggior afflusso nel Parco.
Arriviamo a Glacier Point, un vero e proprio balcone roccioso che domina la vallata di Yosemite e dove ci aspetta un panorama mozzafiato. Di fronte a noi le Yosemite Falls, ormai ridotte ad un rigagnolo, mentre sullo sfondo si delineano maestose le cime della Sierra Nevada, tra cui spicca, come sempre, l'imponente Half Dome.


Yosemite Valley
Yosemite Falls


Ancora l'Half Dome



Ci dirigiamo poi verso l'uscita sud del Parco per visitare Mariposa Grove, che ospita sequoie giganti molto antiche, come il Grizzly Giant, tuttora in piedi dopo 2700 anni. Per vederlo è nacessario percorrere un loop di 3 km, che permette di passare in mezzo a numerosi altri "giganti".



 











Proseguiamo il nostro viaggio verso Merced, dove trascorriamo la notte in attesa di partire per San Francisco, dove riconsegneremo la nostra "gloriosa" auto, che ci ha accompagnate per circa 4.000 km.

giovedì 12 agosto 2010

YOSEMITE

10 AGOSTO 2010

Anche questa mattina ci alziamo presto perchè vogliamo fare un giro nei dintorni prima di lasciare Mammoth. Prendiamo l'auto e dopo pochi km raggiungiamo una zona ricca di laghi e frequentata da un sacco di pescatori. 
Facciamo alcune soste per goderci il paesaggio e poi ci avviamo verso Yosemite entrando dalla Tioga Road. 



 
In breve raggiungiamo il Tioga Pass e poi la verdeggiante prateria di Tuolomne Meadow, dove ci fermiamo per ammirare le cupole granitiche delle montagne che delimitano la zona, tra cui spicca in lontananza l'Half Dome.





I km. da percorrere non sono tanti, ma ci fermiamo spesso perchè ad ogni angolo c'è qualcosa da scoprire: oltre all' Half Dome, simbolo del Parco, il Tenaya Lake, il Capitan, mito di ogni arrampicatore, il Merced River.....
 


Il Capitan
 











Anche stavolta non posso fare a meno di pensare che qui è tutto moltiplicato per2, per 3, per 4, per 10........dai paesaggi al bicchiere di coca cola o di caffè, dalle strade agli alberi giganteschi, dalle automobili alla taglia delle persone!
Arriviamo al Curry Village che è ancora presto, ma facciamo il check-in, anche se dobbiamo passare più tardi a ritirare le chiavi. Prendiamo allora lo shuttle che ci porta a Yosemite Village, dove facciamo quattro passi e visitiamo il museo dedicato alla vita e alla cultura degli Indiani Paiute che abitavano questa zona prima dell'arrivo dei coloni europei. 
Sono ormai le 5:00 quando decidiamo di ritirare le chiavi della nostra casetta, perchè questa volta di casetta si tratta, anchè se è composta da una semplice tenda fissata su un basamento di legno, con tanto di porta, e all'interno 2 letti oltre ad uno scaffale munito di cassaforte.










martedì 10 agosto 2010

MAMMOTH LAKES

9 AGOSTO 2010

Finalmente una giornata senza nuvole e senza pioggia!
Dopo la solita colazione (abbondante per qualcuno e sobria per qualcun altro) partiamo alla volta di Mammoth Lakes, distante poco più di 300 km.
Anche questa è una tappa di trasferimento, che ci porterà alle porte dello Yosemite, il Parco che visiteremo nei prossimi giorni e l'ultimo in programma prima di San Francisco.

La strada che percorriamo è un lungo nastro d'asfalto che attraversa dapprima il deserto, poi si alza di quota raggiungendo valichi montani a 2.200 metri d'altezza dove i rari arbusti lasciano finalmente il posto agli alberi. Entriamo così in California e in men che non si dica raggiungiamo Mammoth Lakes, adagiata ai piedi delle montagne e importante stazione sciistica durante l'inverno, ma anche località molto animata in estate.


Trascorriamo il pomeriggio girando un po' per i negozi e meravigliandoci di quanto i prezzi di calzature e capi d'abbigliamento siano più convenienti rispetto ai nostri, poi prendiamo il trolley per raggiungere il centro del paese dove facciamo quattro passi, ma fa freddo e così decidiamo di ritornare alla nostra magione.

 










Domani mattina perlustreremo un po' la zona....

lunedì 9 agosto 2010

BEATTY

8 AGOSTO 2010


Il nostro motel a Springdale
Anche questa mattina ci alziamo sotto la pioggia, che per fortuna non dura a lungo e ci permette di caricare i bagagli senza dover ricorrere all'ombrello.
Lasciamo il nostro motel e iniziamo la lunga tappa di trasferimento (440 km.) che ci porterà a Beatty, in Nevada, sulla strada per Yosemite.




Il viaggio non è pesante, perchè il traffico è quasi inesistente e la guida tranquilla, visto che l'auto fa tutto da sola.....o quasi!
Dopo 250 km di strada giungiamo ancora nei pressi di Las Vegas, e in lontananza riconosciamo i suoi immensi alberghi, poi procediamo verso nord attraversando una landa desolata che dà già l'idea di che cosa può essere la Death Valley, nei cui pressi ci troviamo, ma che non abbiamo alcuna intenzione di visitare, viste le condizioni estreme che la caratterizzano (zona arida e desertica dove la temperatura supera costantemente i 40° all'ombra, che per sfortuna non c'è).

La strada che percorriamo....
con tanto di camper che traina un'auto








                                     


il deserto del Nevada


Dobbiamo tirare indietro di un'ora i nostri orologi, perchè c'è un cambio di fuso e quindi arriviamo a Beatty prestissimo, ma nonostante il check-in sia alla 3:00 ci assegnano lo stesso due delle solite anonime camere della catena Motel 6, non troppo grandi, ma impeccabili. Del resto  per 44 € a notte per camera non ci possiamo lamentare!
Beatty è un paese senza grande fascino "in the middle of nowhere", tra le montagne che dominano la valle
Pur essendo a ridosso della frontiera con la California, si trova in Nevada e quindi vi sono diversi casinò frequentati dai truckers di passaggio.
Il caldo tutto sommato è meno asfissiante di quanto ci aspettavamo, anche perchè il luogo è ventilato.
Domani ripartiremo per Mammoth Lakes.

domenica 8 agosto 2010

ZION

7 AGOSTO 2010

Qui ormai la pioggia, come le rocce, è diventata una costante!
Questa mattina la sveglia è alle 6:30, ma non appena mi alzo e apro la porta il temporale incombe minaccioso su di noi e ci costringe a modificare i nostri piani. Un'oretta di lampi, tuoni e pioggia a dirotto e poi il tutto finisce e noi ci avviamo verso la fermata dello shuttle che ci porterà all'interno del Parco, dove faremo anche colazione.


Non è che il tempo si sia messo al bello, ma almeno non piove! Lo shuttle è l'unico mezzo di trasporto permesso all'interno di Zion e naturalmente le sue corse sono frequenti. Infatti non attendiamo molto per salire su questo mezzo di locomozione con tanto di rimorchio, guidato da una ranger che, mentre guida, dà un sacco di informazioni sulla formazione di queste montagne che incombono maestose sulla valle, indicandone i nomi di origine biblica (Zion infatti significa Sion) dati dai pioneri mormoni.

Mentre negli altri Parchi i visitatori scoprono i canyons dall'alto, qua accade il contrario: si comincia ammirando le bellezze in fondo alla gola e poi si risale.


Mentre facciamo colazione nell'elegante Zion Lodge ricomincia a piovere e allora decidiamo di scendere all'ultima fermata dello shuttle e percorrere il Riverside Walk, un sentiero che costeggia il Virgin River. 









Se ci fosse stato bel tempo avremmo continuato a camminare nel letto del fiume, con i piedi in ammollo, ma sarà per la prossima volta!
Naturalmente camminiamo con l'ombrello aperto e arrivate in fondo al sentiero vediamo che qualche coraggioso riesce a spingersi oltre. 









Io e Giusi ci togliamo la soddisfazione di mettere i piedi nell'acqua e poi tutte insieme riprendiamo la via del ritorno, fermandoci a fotografare uno scoiattolo che sembra mettersi in posa per noi sperando forse di poter ottenere qualcosa in cambio, ma qui è severamente proibito dar da mangiare agli animali, pena una multa salata.






Ritorniamo quindi a Springdale, paese in cui alloggiamo e tra una siesta e una passeggiata tiriamo sera.
Qui è facile scambiare quattro chiacchiere con la gente. Molti conoscono l'Italia perchè ci sono già stati e spesso abbozzano anche qualche parola d'italiano. 
A noi piace sentirci dire: "Have a good day, ladies"


e con la pioggia

Zion col sole.....