sabato 31 agosto 2013

La vacanza sta per finire!

Credevamo che la nostra esperienza a Seward fosse finita e invece......uscendo dalla cittadina verso nord, senza pemeditazione, seguiamo l'indicazione per l'Exit Glacier, nome che ci ricorda che l'uscita dal periodo delle vacanze è ormai prossima.
Percorrendo la strada di raccordo vediamo in lontananza, al di là del fiume, la bellissima lingua glaciale chiamata Exit Glacier, che sembra sia sempre stata considerata la via d'uscita dal gigantesco plateau glaciale dell'Harding Icefield.
Arrivati al punto da cui si dipartono diversi sentieri ne vediamo uno che ci intriga, la cui descrizione dice che con un migliaio di metri di dislivello si può raggiungere il plateau glaciale che dal basso solo si intravede.
 http://www.hikr.org/tour/post69903.html
Nonostante lo scarso tempo a disposizione decidiamo di seguirlo e, dopo una camminata di circa tre ore, sbuchiamo al di là di un dosso morenico, proprio di fronte alla massa glaciale più grande che mai ci è capitato di vedere.
Nonostante le nebbie che si rincorrono, riusciamo a intuire la vastità di questa distesa di ghiacci, che sembra che si estenda per centinaia di km, con decine e decine di lingue che si insinuano nelle valli, una delle quali è proprio quella che abbiamo avvistato durante il giro in barca del giorno precedente.
Dopo un congruo periodo di contemplazione ci avviamo sulla strada del ritorno, con la pioggia che umidamente ci accompagna e, mentre scendiamo, abbiamo un piacevole incontro con una materna pernice che ci fronteggia chiocciando con l'intenzione di proteggere i suoi piccoli che, indisturbati, ci trotterellano in mezzo ai piedi.
Bagnati, ma soddisfatti di questa bella passeggiata che non poteva concludere meglio il nostro viaggio, torniamo verso Anchorage, accompagnati sempre da bellissimi panorami di montagne che si specchiano dentro laghi cristallini.
Trascorriamo la notte a breve distanza dalla città, mitragliati da una pioggia battente, che tamburella sul nostro camper per tutta la notte e il giorno seguente, raggiunta Wasilla, ci massacriamo di centri commerciali, a causa della pioggia che non permette altro.
Riconsegnato il camper ci immergiamo prima di tutto in una doccia abbondante e calda e poi completiamo i preparativi per la partenza, che ormai è imminente.


Exit Glacier in lontananza











La vasta distesa di ghiacci dell'Harding Icefield







Bivacco spartano






Mamma grouse....



...e pargoletto










mercoledì 28 agosto 2013

La 72 ore di Seward

Seward, un paese di 2600 abitanti, è una bella sorpresa, un po' movimentata e caotica, a causa del flusso turistico, ma ricca di opportunità.

All'arrivo ci lascia un po' perplessi.....ma dopo un paio di giorni di permanenza, ci lascia soddisfatti.

Il primo giorno lo trascorriamo visitando l'interessante Sealife Center, in parole semplici l'acquario, che è stato costruito con i soldi di indennizzo del disastro ambientale della Exxon Valdez.

Qui sono site varie vasche che fanno vedere da vicino l'ambiente marino di queste zone, permettendo persino il contatto fisico con stelle marine e anemoni di mare, passando attraverso la visione di vari ambienti abitati da uccelli, foche e sea lions, senza contare gli onnipresenti salmoni e cenni di storia del luogo.

Insomma....una visita che vale i soldi spesi per l'ingresso!

Dal parcheggio antistante l'acquario occhieggia la montagna di cui parla la nostra “Bibbia”, resa famosa e battezzata dalla corsa in salita che vi si tiene ogni anno a luglio, chiamata Marathon Race e che richiama runners da tutto il mondo.

Il giorno dopo decidiamo di raggiungere la cima.
 http://www.hikr.org/tour/post69902.html

Partiamo di buon'ora e dopo aver attraversato un ambiente che nella prima parte può sembrare monotono, una volta usciti dalla vegetazione (450 metri slm) il percorso ci sorprende con paesaggi alpini e ci conduce, con una camminata in cresta, fino alla vetta, che ci godiamo in completa solitudine.

Scesi in paese nel primo pomeriggio raggiungiamo l'affollato porto dove restiamo meravigliati nel vedere il rientro delle barche che accompagnano gli appassionati a pesca in alto mare.

Da quei natanti viene scaricato il ben di Dio: halibut e altri pesci variopinti di cui non conosciamo il nome, di tutte le misure, fino ad arrivare ai 35/40 kg l'uno.

Una vera sagra dell'abbondanza, che viene anche confermata dalla lagunetta a bordo strada che, a uno sguardo attento, mostra centinaia di salmoni che nuotano al suo interno.

Sicuramente un paese, che dal punto di vista ittico e faunistico ha densità sconosciute in altre parti del mondo.

Trascorriamo come sempre la notte “zingara” e il martedì mattina alle 7:30 siamo pronti anche noi per andare a visitare, a bordo di un battello, in compagnia di una decina di persone, il mondo acquatico.

Subito dopo la partenza cominciamo ad avvistare sia aquile di mare che di “terraferma” e vediamo persino dei nidi con dei piccoli, ma il bello deve ancora venire.....

Infatti, in un paesaggio fatto di scogliere e faraglioni granitici, sormontati da improbabili boschetti alpini, compare di tutto: da una balena che, addormentata, quasi ci sperona, a leoni marini enormi e molto più agili di quello che ci si potrebbe aspettare, che scalano placche di IV/V grado, grugnendo come dei porcelli.....orche marine che, con la loro eleganza solcano l'oceano in gruppi familiari, foche, lontre marine, pulcinella di mare e migliaia di uccelli acquatici di ogni tipo.

Dulcis in fundo.....ci appare la reale meta del viaggio: un gigantesco fronte glaciale alto più di 150 metri, che ci accoglie con crepitii, boati e crolli di lastroni di ghiaccio.

Restiamo una mezz'oretta attoniti in contemplazione di cotanta dimostrazione di potenza della natura, interrotti solo dal coraggioso tuffo del nostro accompagnatore, che miracolosamente sopravvive e riprendiamo la via del ritorno sempre accompagnati dalla vista del “ben di Dio” di cui parlavamo sopra.

In questi due o tre giorni il bel tempo è sempre stato dalla nostra parte, per cui non possiamo che avere un buon ricordo di Seward.





Seward dalla Marathon Mountaun






Va che spettacolo....!!!!



Pulcinella "basettone"






Poco prima del tamponamento



Rischio evitato!





















Prima.....



.....e dopo la cura!



Fate i debiti paragoni con la nave...






Sea lion climber























lunedì 26 agosto 2013

Kenai Peninsula

E' tornato il bel tempo!!!!! Non osavamo sperarci....
Ci dirigiamo così verso la Kenai Peninsula, addocchiando un'escursione che dovrebbe essere interessante.

Ci fermiamo a dormire a Girwood, un anonimo paesino circondato però da belle montagne solcate da valli e ghiacciai.

Il mattino seguente partiamo abbastanza di buon'ora verso la nostra meta, il Crow Pass.
http://www.hikr.org/tour/post69734.html 

Già alla partenza avvistiamo delle Dall Sheep arroccate sulle pareti che si affacciano sulla valle e percorrendo il sentiero, in alcuni tratti ripido, sbuchiamo su un pianoro dentro il quale fa bella mostra di sé un lago alpino, alimentato dal soprastante ghiacciaio.

In questa conca è situata anche una graziosa capanna che fa da punto tappa per un'escursione di più giorni.

Continuiamo fino ad arrivare al Crow Pass, dal quale avvistiamo un grande ghiacciaio sulle montagne retrostanti e ci avviciniamo il più possibile percorrendo la morena laterale.

Volendo concludere l'escursione con il raggiungimento di un obiettivo un pochino più ambizioso, raggiungiamo la vetta che sovrasta il laghetto.

Qui le cime sembra che non vengano raggiunte quasi da nessuno, perchè sui loro versanti non vi è traccia di sentieri e perciò seguiamo la linea che ci sembra più logica per raggiungere la vetta e poi soddisfatti....rotoliamo a valle, incontrando lungo il percorso frotte di turisti delle più svariate fogge, da escursionisti ben equipaggiati a coppiette e famigliole la cui domanda più gettonata risulta essere: “How far is the Pass?”

Tornati al camper ci dirigiamo verso Seward, che raggiungiamo in serata e dove pernottiamo.


Kenai Peninsula: mare e montagna!






Verso il Crow Pass














In vetta





Rischio tuffo







Il brutto tempo ci perseguita.....

Piove....ma una fiera ci viene in soccorso!

Viaggiando sotto la pioggia, fra le nuvole che coprono quasi tutto quello che c'è da vedere, ci avviamo verso Palmer, una cittadina a una quarantina di miglia a nord di Anchorage.

Leggendo la Lonely, scopriamo che proprio in questi giorni avrà inizio una fiera di agricoltori e allevatori in cui si potranno vedere i loro prodotti e durante la quale ci sarà un concorso per premiare “chi ce l'ha più grosso”.

Non fraintendete, sto parlando di verdure!

Basti dire che la media dei cavoli che vincono tutti gli anni si aggira attorno ai 35 Kg.

Quando arriviamo alla biglietteria ci aspetta la prima sorpresa: non capiamo se per simpatia o per compassione, visto che Mauro alla domanda “How old are you?” risponde..... “ITALY!!!!” la brillante cicciottella alla cassa ci fa pagare 2 $ a testa anziché 12, quasi fossimo stati estratti a una lotteria.

Entriamo e facciamo un'immersione nella “provincia” americana: famigliole fresche di farm, minacciosi barbudos, che probabilmente non sono neppure pericolosi, e ragazzotti di tutte le taglie e fogge ci accolgono a migliaia.

La gente è veramente tanta e lo spettacolo ci tiene occupati per un intero pomeriggio, con centinaia di bancarelle che offrono merce di tutti i tipi, come in ogni fiera che si rispetti, dalle carabattole al cibo, che qui ha sempre la caratteristica da fast food.

Soddisfatti dell'umanamente esaltante pomeriggio concludiamo la serata con il solito collegamento internet scroccato da Starbucks e pernottiamo in un parcheggio cittadino.









Super cabbage....


Siam tre piccoli porcellin.....