sabato 31 luglio 2010

LAS VEGAS


28 luglio 2010
Che dire di Las Vegas? E’ la città degli eccessi, della stravaganza, dell’assurdo, delle contraddizioni, dello spreco……sorta artificialmente in mezzo al nulla.
Durante il giorno il caldo è insopportabile e la gente passa da un albergo all’altro senza mai uscire sulla strada, ma la notte la città si illumina e lo Strip, il viale principale che l’attraversa, prende vita e si anima. Ogni albergo è un casinò e contemporaneamente un parco di divertimenti a tema.
C’è l’Excalibur, il Venetian, il New York, il Paris……..


l'Excalibur
il New York








e il Luxor, dove alloggiamo noi, in una delle 4400 camere, all’interno della Piramide, che è la riproduzione in grandezza naturale ricoperta di vetro fumè, della piramide di Cheope. Gli ascensori che raggiungono i vari piani salgono obliquamente con una pendenza di 39°

il Luxor

Il caldo a Las Vegas è asfissiante, soprattutto di giorno, ma anche di sera non si scherza! Anche noi quindi, come fanno tutti, in tarda serata percorriamo lo Strip soffermandoci a osservare i mega- alberghi in un tripudio di luci e di colori. A mezzanotte, ormai stanche di camminare, prendiamo un taxi e ci facciamo riportare al Luxor.


 






Lo spettacolo delle fontane del Bellagio


 29 luglio 2010
Una notte a Las Vegas è più che sufficiente e dopo aver tentato anche noi la fortuna alle slot-machines con una misera puntata da 5 $, naturalmente fallimentare, andiamo a ritirare l’auto che ci condurrà lungo le strade del Wild West.


Dopo aver sbrigato le varie formalità ci troviamo di fronte una Chevrolet Malibù Gold, ma ahimè….. non riusciamo a trovare il modo di aprire il bagagliaio che non ha neanche la serratura. Chiediamo aiuto e scopriamo che basta schiacciare un tasto sulla portiera o sul telecomando!


Mi metto quindi al volante e dopo qualche attimo di incertezza dovuta al cambio automatico mi impadronisco della guida e imbocchiamo la strada verso il Grand Canyon E’ una lunga tappa di trasferimento tra panorami grandiosi che già anticipano quello che vedremo nei prossimi giorni. All’inizio una zona semi-desertica punteggiata da cactus giganteschi da cui, a un certo punto, spunta un coyote che ci attraversa la strada, poi alzandoci di quota attraversiamo fitti boschi di conifere che ricordano vagamente i nostri ambienti.
Il cielo è grigio e qualche goccia di pioggia ci accompagna per alcuni Km regalandoci, all’ora del tramonto, visioni spettacolari, con tanto di arcobaleno!

giovedì 29 luglio 2010

NEW YORK 2

26 luglio 2010

Questa mattina arriviamo con la metropolitana fino alla punta più meridionale di Manhattan e prendiamo il traghetto gratuito per Staten Island, giusto per vedere la Statua della Libertà, una delle icone più conosciute del mondo.

Lower Manhattan dal traghetto
 











Il viaggio è veloce e quando torniamo a Manhattan ci rechiamo a piedi al World Trade Center. Una breve e silenziosa sosta di fronte a questo luogo è il minimo tributo che riusciamo a rendere a tutti coloro che sono stati colpiti da questa immane tragedia. Cerchiamo di immaginare cosa può essere successo in quelle ore e il solo pensiero ci fa rabbrividire…. 


Ma la vita continua e lo dimostrano i frenetici lavori di ricostruzione che rendono questa zona un cantiere a cielo aperto.


Procediamo poi verso Chinatown e quando arriviamo il caldo, la confusione e la stanchezza accumulata per il nostro incessante camminare, ci fanno desistere dalla decisione di approfondire la visita di questo colorato e caotico quartiere.
Torniamo quindi in albergo e alle 18:00 siamo pronte ad uscire di nuovo per andare sul Top of the Rock, una piattaforma panoramica all’aperto al 70° piano del Rockfeller Center. 


 
Emozionante è la salita sul velocissimo ascensore e spettacolare è la vista che si gode dall’alto e che spazia a 360° su tutta New York.
Sulla cima ci fermiamo a vedere il tramonto e le luci che si accendono a poco a poco in tutta la città.
Graziella non crede quasi a ciò che sta vedendo e vivendo ed esprime il suo entusiasmo ripetendo continuamente :”Non mi sembra vero che tutto ciò stia accadendo, sto solo guardando un film!”



 










Sono state così intense queste giornate e così ricche di belle esperienze che davvero non sembrano reali…..

27 luglio 2010

 
Sveglia alle 7:30 e dopo un’abbondante colazione riprendiamo la metropolitana per andare a Brooklyn. Scendiamo in prossimità dell’omonimo ponte e lo percorriamo a piedi sotto il sole cocente, ammirando da lontano lo skyline di New York e cercando di riconoscere i nomi degli edifici che si innalzano di fronte a noi.






 








A Brooklyn facciamo un breve giro nella zona di Dumbo, dove ci fermiamo anche per il pranzo, come sempre a base di insalata, e poi riprendiamo la via del ritorno. Solita sosta in albergo e poi visita a Central Park, che è vicinissimo e che quindi possiamo raggiungere a piedi. Central Park è immenso ed è impossibile girarlo a piedi in una mezza giornata , quindi percorriamo alcuni dei suoi sentieri e raggiungiamo Strawberry Field, il giardino dedicato alla memoria di John Lennon e nei cui pressi si trova un piccolo lago.








Ceniamo in un ristorante italiano: c’è chi ordina la pizza, chi la pasta e chi invece la carne, ma tutte mangiamo ottimamente. Anche questa volta devo ricredermi!
Dopo cena decidiamo di fare un ultimo giro a Times Square, bellissima di notte e traboccante di persone, sembra proprio di essere al centro del mondo!




New York, pur non essendo priva di difetti,è veramente una bella città, colorata, movimentata, intrigante e spregiudicata.
Diversa da qualsiasi altra città io abbia mai visto e al di là di ogni aspettativa.
Le persone sono molto disponibili e più volte durante il nostro girovagare, alle prese con guide e cartine, ci è capitato di sentirci chiedere se avevamo bisogno di aiuto o di indicazioni. Ed è con questa bella impressione che ce ne andremo domani, in volo verso Las Vegas….

lunedì 26 luglio 2010

NEW YORK 1


24 luglio 2010



 Eccoci qua, finalmente a New York,dopo un interminabile viaggio fatto di lunghe attese e noiose ore di volo, di sonno e sfinimento, di chiacchiere e silenzi…





Ma New York ci ha accolte in un caldo e afoso pomeriggio, materializzandosi nelle sembianze di un taxista pakistano che ci dà il benvenuto e ci porta al nostro albergo, sulla 57th, il Salisbury, dove finalmente troviamo un po’ di refrigerio all’afa e alla calura opprimente.
L’albergo, pur essendo un po’ datato, è estremamente pulito e la nostra camera grande e confortevole. Ma il richiamo di Manhattan è forte e subito scendiamo in strada dirigendoci verso Times Square. Restiamo colpite dalla quantità di grattacieli, e quando dico grattacieli non mi riferisco certo da edifici simili al nostro Pirellone, ma a slanciati edifici che svettano verso l’alto in una continua sfida alla verticalità, che ci inducono continuamente a camminare con il naso all’insù, meravigliate e stupite.



Grattacieli di fronte al nostro albergo
Top of the Rock


















Times Square è il cuore di Manhattan ed è caratterizzata da megacartelloni pubblicitari che si illuminano all’ora del tramonto. Quasi quasi fatichiamo a muoverci sui marciapiedi affollati da persone di ogni razza e colore.
Spossate dal jet leg ceniamo in un ristorante in zona, giusto per tirare tardi e abituarci ai nuovi ritmi e  alle 10:00 non facciamo quasi in tempo ad appoggiare la testa sul cuscino che cadiamo in un sonno profondo.

25 luglio 2010
Ci svegliamo rigenerate dalla lunga nottata di sonno e sperimentiamo, grazie anche all’aiuto di alcuni Italiani, la metropolitana di N.Y. che tutto sommato, è abbastanza semplice da usare, basta tener conto della direzione in cui si sta andando, UPTOWN o DOWNTOWN. L’unico problema è capire se il treno che stai prendendo è LOCAL, cioè effettua tutte le fermate, oppure EXPRESS e si ferma quindi solo in alcune stazioni.
Con la metropolitana ci rechiamo ad Harlem per assistere alla messa gospel in una Chiesa battista sulla 145th street. Veniamo accolte calorosamente da Laura, una ragazza argentina con cui mi ero messa in contatto via e-mail prima di partire. Laura ci illustra il programma della mattinata e all’ora stabilita ci invita ad entrare. La cerimonia, tra sermoni e canti, è molto sentita e “vissuta” dai fedeli ed è un’esperienza che vale la pena di vivere, anche se dal mio punto di vista non è imperdibile, forse perché il coro gospel non è esattamente ciò che mi aspettavo. Nel frattempo il cielo su New York si oscura e nel pomeriggio inizia a piovere, costringendoci a cambiare il nostro programma. 





L'idea era quella di visitare Central Park, ma decidiamo invece di andare sulla Fifth dove si trovano anche il Rockfeller Center e la Cattedrale di San Patrizio. Quando usciamo, alle 5 del pomeriggio, smette di piovere, ma almeno il caldo non è più così soffocante. E' domenica e le strade sono affollate sia da turisti che da Newyorkesi che approfittano del week end per fare un po' di shopping.






Sulla Fifth si affaciano molti negozi, ma i nostri occhi anzichè rivolti verso terra sono continuamente puntati verso il cielo e ci domandiamo come sia possibile costruire edifici così audaci, meravigliandoci nel constatare come può cambiare la loro visione a seconda della prospettiva da cui si guardano. Il cambio di fuso però non è ancora stato assorbito e dopo aver cenato puntiamo al nostro albergo per buttarci nelle accoglienti braccia di Morfeo!