lunedì 2 maggio 2016

Quattro stagioni in un giorno!

Piove per tutta la notte e ci svegliamo con un tempo da lupi!
Se pensiamo che ieri avevamo temperature estive.....
Quando dopo la colazione mettiamo fuori il naso, ci rendiamo conto che l'estate si è allontanata, anche se  il termometro segna 37°, peccato che siano Fahrenheit, pari poco più a 2° Celsius.
Ci rassegniamo a una giornata in auto!
Ma questo curioso paese ha in serbo ancora sorprese per noi....
Avviandoci verso la nostra meta, il Bandelier National Monument, quella che era pioggia, piano piano incomincia a non bagnare più il vetro....
Percorriamo la strada che porta al Visitor Centre in un paesaggio di notevole bellezza, anche se il tempo piovoso e imbronciato non ci permetterà certamente grandi movimenti.
Sulla strada avvistiamo dei giocosi scoiattoli che ci rubano un paio di foto, per poi varcar le porte del Centro Visitatori dove raccogliamo informazioni su questa bella aera protetta, situata all'interno di un grande canyon, che era sede di diversi pueblos dei nativi che avevano prodotto architettura di notevole livello e dimensioni, addirittura collegati tra di loro in una rete di villaggi che si sarebbero potuti visitare percorrendo sentieri che rimpiamgiamo di non poter praticare a causa del cattivo tempo.


 


















Un piccolo e ben oraganizzato Museo racconta la storia di questi luoghi e del lavoro degli archeologi per riportarli alla fruibilità dei visitatori.
Ma ora l'inverno si avvicina....


 

Uscendo dal Parco, quella che non bagnava il nostro vetro si rivela essere veramente neve, che ha fatto forse preoccupare anche gli animali: infatti gli uccelli svolazzano dappertutto alla ricerca di cibo, prima che la neve imbianchi tutto.





Ad un tratto la nostra attenzione viene attratta da una femmina di cervo-mulo, anch'essa intenta a sfruttare le ultime risorse prima che sia troppo tardi.

Poco dopo anche un piccolo coyote ci sfreccia davanti sulla strada per andare a rifugiarsi nel bosco....
Perdiamo un po' quota e la neve smette di cadere.
Anche il tempo sembra un pochettino ristabilirsi....



Percorrendo la strada rimaniamo meravigliati dalle falesie multicolori che ci circondano, che qui veramente ricordano i classici paesaggi americani da film.



Avvistata l'insegna di una non meglio definita Echo Valley, giriamo a sinistra e, poco dopo, ai nostri occhi si presenta un anfiteatro roccioso alto almeno 150 metri con una gigantesca caverna contornata da variopinti pinnacoli.
Ecco avelato il segreto del nome!
Un breve tentativo di avvicinamento viene tarpato dall'aria gelida e a malincuore ripartiamo.





Imbocchiamo quindi la Statale 96, che fiancheggia un grande bacino artificiale, il lago Abiquiu, e dopo alcune miglia  ci sembra che cominci di nuovo a "fioccare".
Dopo un quarto d'ora ci troviamo in un paesaggio completamente invernale....la neve in breve raggiunge i 4/5 cm di spessore e copre quasi tutto il paesaggio.
Facciamo una verifica con il GPS e ci rendiamo conto di essere quasi a 2500 metri di altitudine.

Di nuovo la strada scende e il paesaggio torna ad essere meno invernale.
La fame si fa sentire e in questo quasi deserto avvistiamo un minuscolo ristorante, molto spartano.
Entriamo e ci accolgono due figuri molto seri....il locale è completamente vuoto...
Mauro candidamente chiede: "Can I seat?" e si sente rispondere: "No, you have to stand up!"
La situazione è talmente ridicola che Mauro quasi abbraccia l'host e tutto si conclude in una grande risata collettiva, che stempera l'atmosfera che sembrava così seria e ci dà modo anche di conoscere l'unico altro simpatico avventore, che scopriamo essere di origine italiana, felice possessore di 3 o 4 denti, che decanta le, secondo noi discutibili, opportunità del luogo.
Sicuramente manca un dentista!
Il nostro viaggio prosegue e ci fa avvistare un branchetto di femmine con i piccoli, di cervo codabianca.













Il paesaggio qui è molto suggestivo e decisamente alpino.
I boschi sono caratterizzati da ponderosa pine e numerose altre essenze, intervallati da grandi estensioni di terreno adibito a pascolo, che poi lasciano il posto ad alcune coltivazioni.
Ad un certo punto lungo la strada la nostra curiosità viene attratta da numerosi strani bidoni sparsi sul terrirtorio; poco dopo compaiono anche delle pompe di estrazione, pensiamo del petrolio.
In questo laborioso paese nulla vien lasciato al caso e sembra che tutti abbiano il fine ultimo di guadagnare il più possibile e chi non ce la fa....abbiamo l'impressione che venga lasciato a se stesso, visto anche l'alto livello di miseria che alcune fasce della popolazione fanno sospettare.
Questa sera il nido è a Farmington, dove dobbiamo lottare per far ragionare il solito condizionatore che, nonostante il freddo, va a manetta!

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