domenica 18 agosto 2013

Whitehorse

Il viaggio da Dawson City a Whitehorse è una lunga cavalcata tra colli boscosi, variopinti laghi e lussureggianti stagni.

Per movimentare un po' il trasferimento improvvisiamo un campo “wild” con sveglia puntata alle 2:30 per partire con il buio e tentare l'avvistamento notturno degli animali.

Diciamo che è stato un mezzo fiasco!

Il campeggio wild si è rivelato al di sopra della nostra selvaticità perchè un branchetto di simpatici coyotes guaisce nei dintorni del nostro accampamento tenendoci svegli e mettendoci in moto prima del previsto.

Una volta “on the road” peggio che peggio: nessun avvistamento e rapido ripiego in un'area di sosta a bordo strada per completar la notte, finalmente dormendo!

Arriviamo così a Whitehorse, capitale dello Yukon che, nonostante il numero di abitanti da paese dell'hinterland, si rivela una cittadina vivace, adatta per trascorrervi un paio di giornate.

Ne approfittiamo per salire sulla montagna che domina lo skyline dei dintorni, la Grey Mountain.

Prese le necessarie informazioni, nonostante il tempo non sia dei migliori, partiamo verso le 10:00 del mattino, tanto qui le giornate sono lunghe....

Appena avviati lungo i due km di sterrata che danno il via alla salita, troviamo una bella “cacca” d'orso sulla nostra strada ma, incuranti del pericolo, procediamo lungo il sentiero che sale ripido nel bosco che, a quanto pare, sembra sia disceso da dei folli in mtb.

Procediamo cantando.... Chissà perchè questo viaggio ci ha fatto riscoprire la passione per il canto!

Ma di orsi neanche l'ombra.....incontriamo però un branchetto di quattro ptarmigans (pernici) che ci attraversano la strada con un'aria molto confidenziale, e si rifugiano poi, con un breve voletto su un albero vicino.

Superate delle belle balze di calcare grigio, marmoladiano, il panorama cambia e altre fasce di calcari rossastri e più rotti prendono il sopravvento, accompagnandoci fino alla vetta, che raggiungiamo fra nuvole e un' insistente acquerugiola.

Scendiamo velocemente, per cercare di evitare la pioggia, che però riesce a bagnarci lo stesso nell'ultima mezz'ora di cammino, giusto prima di arrivare al nostro camperino.

Pernottiamo nel parcheggio di un supermercato Walmart insieme ad altri mostruosi motorhomes che gli Americani, viziatoni, sfoggiano, “allietati” per parte della notte dal traffico cittadino che ci fa desiderare di tornare nella wilderness.






Mi piace più il vino dalmato.....che l'amor mio....

Five fingers rapids



Wild camp

Wild woman

Wild man



Wild bird

Opera di castori.....

American monsters

Everything is big!







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