Partiamo da
Diyarbakir...una città che si rivela essere più grande di quello
che si poteva immaginare.
L'attraversamento dei
quartieri periferici richiede diverso tempo e all'esterno del centro
abitato ci troviamo in un territorio ondulato da dossi pietrosi che
sembrerebbero lasciare poco spazio all'agricoltura, la quale però....dopo poco....riprende il sopravvento con estesi campi coltivati a
cereali che lasciano poi il posto a frutteti e ortaglie.
La nostra meta oggi è
Sanliurfa, che sulle guide turistiche viene descritta come una città
densa di spiritualità e significati religiosi.
Infatti è ritenuta la città dei profeti, luogo natale di Abramo, considerato il capostipite di tutte le religioni monoteiste.
Infatti è ritenuta la città dei profeti, luogo natale di Abramo, considerato il capostipite di tutte le religioni monoteiste.
Al nostro arrivo i suoi
tesori non si rivelano immediatamente, ma una volta preso possesso
della camera assegnataci nel bellissimo albergo in cui pernottiamo,
che richiama in tutti i suoi arredi lo stile ottomano, affacciandoci
alla nostra finestra....ci appare uno spettacolo denso di magia.
Nella piana sottostante
possiamo scorgere tutti i simboli della religiosità islamica,
rappresentati da moschee e da giardini ricchi di copiose acque che
esemplificano la leggenda della lotta tra Abramo e i rappresentanti
del paganesimo.
Sulla collina
soprastante questi tesori architettonici, ha sede una rocca dalla
quale sbucano, svettando verso l'alto, due gigantesche colonne a
completare questo spettacolo già di per sé straordinario.
Nel pomeriggio, per
evitare il sole cocente, ci infiliamo nel bazar, che promette
un'immersione nella cultura e nelle tradizioni di questi popoli. Gli
stretti vicoli su cui si affacciano tutte le botteghe sono
affollatissimi e nella fantasmagoria di colori abbiamo modo di
ammirare varie tipologie di prodotti, dalle montagnole di spezie di
cento colori, alle ghirlande di peperoni essiccati, foulards, stoffe
e i coloratissimi vestiti in uso tra questi popoli.
Altro aspetto di grande
fascino sono le botteghe di “vero” artigianato, nelle quali si
vedono, in spazi angusti, giovani e vecchi bulinatori incidere lastre
di rame, fabbri battere il ferro e costruire utensili per
l'agricoltura, falegnami produrre oggetti di uso quotidiano e
stagnatori che, nelle loro piccole e fumose fucine, procedono alla
finitura di pezzi precedentemente lavorati.
A rendere più
piacevole il tutto....l'atteggiamento di questi commercianti, che a
differenza di quanto succede in altri paesi....non insistono nel
voler offrire le proprie mercanzie.
La nostra serata si
conclude con la visita al cosidetto quartiere di Golbasi che, come
dicevamo sopra, rappresenta la ricostruzione simbolica del percorso
di vita di Abramo.
In questo grande
complesso monumentale si possono ammirare la grande Moschea, due
laghetti colmi di carpe ritenute sacre....il tutto chiuso, verso
nord, da un colonnato ad archi di grande effetto estetico.
La nostra visita
coincide con il momento della preghiera e, pur non essendo credenti,
le atmosfere riescono comunque ad emozionarci.
A concludere la
serata....una specie di “teatrino” causato dalla difficoltà di
comprensione linguistica tra noi e i nostri amici Turchi.
Infatti alla richiesta
mimata di un gelato si scatena il panico nel bar in cui ci troviamo e attorno a noi si
trovano improvvisamente tutti i dipendenti del locale, che cercano di
interpretare i nostri desideri e che alla fine, con l'aiuto di una guida
turistica di passaggio, capite le nostre richieste, zompano in
macchina e corrono...chissà dove....a prenderci del gelato, che ci viene servito dagli affannati camerieri.
Visto il
conto.....pensiamo ci abbiano fatto pagare anche la benzina!
Fin che ce ne sta....ce ne sta! |
Pascolo urbano |
La hall del nostro albergo.... |
Colori speziati |
Ghirlande di peperoni e melanzane |
Lo stagnaro |
Golbasi e la sua Moschea |
Magie notturne |
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