28 luglio 2010
Che dire di Las Vegas? E’ la città degli eccessi, della stravaganza, dell’assurdo, delle contraddizioni, dello spreco……sorta artificialmente in mezzo al nulla.
Durante il giorno il caldo è insopportabile e la gente passa da un albergo all’altro senza mai uscire sulla strada, ma la notte la città si illumina e lo Strip, il viale principale che l’attraversa, prende vita e si anima. Ogni albergo è un casinò e contemporaneamente un parco di divertimenti a tema.
C’è l’Excalibur, il Venetian, il New York, il Paris……..
l'Excalibur |
il New York |
e il Luxor, dove alloggiamo noi, in una delle 4400 camere, all’interno della Piramide, che è la riproduzione in grandezza naturale ricoperta di vetro fumè, della piramide di Cheope. Gli ascensori che raggiungono i vari piani salgono obliquamente con una pendenza di 39°
il Luxor |
Il caldo a Las Vegas è asfissiante, soprattutto di giorno, ma anche di sera non si scherza! Anche noi quindi, come fanno tutti, in tarda serata percorriamo lo Strip soffermandoci a osservare i mega- alberghi in un tripudio di luci e di colori. A mezzanotte, ormai stanche di camminare, prendiamo un taxi e ci facciamo riportare al Luxor.
Lo spettacolo delle fontane del Bellagio |
29 luglio 2010
Una notte a Las Vegas è più che sufficiente e dopo aver tentato anche noi la fortuna alle slot-machines con una misera puntata da 5 $, naturalmente fallimentare, andiamo a ritirare l’auto che ci condurrà lungo le strade del Wild West.
Dopo aver sbrigato le varie formalità ci troviamo di fronte una Chevrolet Malibù Gold, ma ahimè….. non riusciamo a trovare il modo di aprire il bagagliaio che non ha neanche la serratura. Chiediamo aiuto e scopriamo che basta schiacciare un tasto sulla portiera o sul telecomando!
Mi metto quindi al volante e dopo qualche attimo di incertezza dovuta al cambio automatico mi impadronisco della guida e imbocchiamo la strada verso il Grand Canyon E’ una lunga tappa di trasferimento tra panorami grandiosi che già anticipano quello che vedremo nei prossimi giorni. All’inizio una zona semi-desertica punteggiata da cactus giganteschi da cui, a un certo punto, spunta un coyote che ci attraversa la strada, poi alzandoci di quota attraversiamo fitti boschi di conifere che ricordano vagamente i nostri ambienti.
Il cielo è grigio e qualche goccia di pioggia ci accompagna per alcuni Km regalandoci, all’ora del tramonto, visioni spettacolari, con tanto di arcobaleno!
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