Oggi è una giornata "glaciale", non tanto dal punto di vista climatico, anche se il freddo è sempre in agguato, quanto dal punto di vista paesagistico.
Dopo essere partiti da Vagnastadir, giungiamo a Jokusarlon, alla cui base fa la sua imponente comparsa un lago pieno di iceberg, che vengono trasportati fino al mare, che è a poche centinaia di metri, dalla corrente del suo emissario.
Le maree depositano alcuni di essi sulla nerissima spiaggia come fossero preziose sculture di cristallo, creando fantasmagorici contrasti.
Gli iceberg hanno strutture, dimensionui e colorazioni diverse e viene spontaneo riconoscere nelle loro forme animali ed oggetti noti.
Dopodichè è tutto un susseguirsi di lingue glaciali che, percorrendo alcune strade che si diramano dalla Ringroad riusciamo ad ammirare da molto vicino.
Purtroppo le nuvole non scoprono mai completamente le cime delle montagne, che qui raggiungono le altezze maggiori.
Proprio in questa zona, nel 1996, è avvenuta un'eruzione che ha provocato un'incontrollata e devastante inondazione, i cui segni si vedono ancora.
Anche quest'oggi Km e Km di strada senza incontrare centri abitati, negozi e strutture ricettive varie.
L'ostello in cui pernottiamo è isolato, ma ben oranizzato, e può ospitare fino a 70 persone.
Non c'è ressa all'ora di cena, grazie alla presenza di ben tre cucine.
Italiani ....... niente!
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